martedì 4 settembre 2012

Tutto quello che mi serve l'ho imparato dal mio gatto

Ancora adesso, dopo anni, sono convinta di avere dato alle mie gatte i nomi più belli dell'universo. Matilda è arrivata insieme a Tigro quando erano tutti e due molto piccoli, fratello e sorella. Li ho sempre visti amarsi alla follia, instaurare una sorta di rapporto simbiotico in cui se a volte volavano mazzate (nessuno dei due si è mai risparmiato in zampate e soffiate nei momenti di gioco), spesso erano coccole, dormite uno sopra l'altro nella stessa cuccia...Vero amore fraterno.



Poi Matilda è volata tra i Gattangeli. E Tigro era molto triste. E anche io ero molto triste. Abbiamo passato un mese intero dormendo abbracciati nel letto, con lui che non si schiodava da me neanche per un minuto.

E poi è arrivata Frida. Una ranocchietta di due mesi spelacchiata e con gli occhi rotondi. Ha subito messo in chiaro che sarebbe diventata la padrona incontrastata della casa. E il magnanimo Tigro le ha sempre fatto credere di esserci riuscita. Solo che a volte mi vengono dei dubbi su chi veramente domina questo ménage familiare. Se Tigro con la sua calma zen e la sua flemma - se Frida con la sua vivacità e la sua mente sempre al lavoro.



Qui ero seduta sul divano, e Tigro è arrivato, ha impastato un po', ha fatto due dei suoi versetti da scimmietta, e si è preso lo spazio sopra le mie ginocchia e ci è rimasto, ogni tanto guardandomi con gli occhi più amorosi che abbia mai visto.  Ho spesso la sensazione che lo sguardo di Tigro scivoli dentro ai miei occhi e scenda in profondità, fino a trovare le cose non dette, le mie paure, i miei sensi di colpa. Ho sempre la sensazione di non amarlo abbastanza, come un genitore che guarda quello dei suoi due figli che non è il preferito.
Spero che Tigro sappia che un pezzo del mio cuoricino è suo, solo suo.


Frida è poesia selvaggia. Non saprei come altro descrivere la sua follia. Splendida e fuori da ogni schema. Spesso le prendo il musetto tra le mani e le dico che non ho mai incontrato un gatto così in vita mia. Il suo lato randagio è parecchio presente, quando passa le notti al fresco sul terrazzo, rovista nei rifiuti e diventa scoiattolo gonfiando la coda e facendosi venire la cresta sulla schiena.

Tempo fa ho trovato un libro che ho sempre tenuto a portata. Mentre gli altri libri, una volta che ho finito di leggerli, riprendono il loro posto su una mensola o dentro un armadio, questo invece rimane fuori, così ho modo ogni tanto di aprire una pagina e sorridere del contenuto.

E' cosi. Un gatto se vuoi ti insegna quelle cose essenziali che ti servono per vivere in mezzo agli altri e con te stesso. E non c'è mai stata neanche una volta in cui il pensiero dei miei gatti non abbia fatto affiorare un sorriso sul mio viso e dentro il cuore. Il mio cuore sorride al pensiero che nella mia vita esistano due creature dense di pelo e saggezza. 
Esistono tanti libri molto carini di massime sui gatti. E non sono massime a caso. Spesso le trovo molto aderenti alla realtà dei fatti. Un gatto non si preoccupa del suo aspetto, perchè la sua bellezza è incontestabile. La sua bellezza è l'insieme di  vibrisse e cervello, macchie e cuore.
Un gatto occupa il suo posto nel mondo e sul divano con una naturalezza e una serenità che sono stupefacenti.

Così come l'amore del tuo amato non è mai scontato, così la presenza di un gatto non lo è mai. 

Un gatto ti insegna che tutto in te è unico e irripetibile, che hai diritto ai tuoi momenti di follia, hai diritto a non essere compreso, e nonostante tutto ad essere amato. Alla follia.











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