mercoledì 19 settembre 2012

O Mar

Partiamo dall'ultima foto che ho fatto l'altro ieri sera alla fine della cena che ci siamo concessi come ultima della settimana di vacanza.

Trattasi di Tarta de Queso fatta col formaggio tipico di Minorca, che già da solo è spettacolare. Se potessi in qualche modo riprodurre anche il suo sapore, vi fermereste parecchio su questa pagina!

E così, ieri lì, oggi qui. E il primo giorno dopo il rientro mi accoglie questa giornata meravigliosamente grigia e umida. Ma non mi lamento. E' stato bello andare via, ma ora ci sono quei trentadue miliardi di cose da fare...ed è il momento di tuffarcisi.

Ci sono il Gothla, le lezioni, nuovi progetti, la casa da pulire, le nuove cose da imparare, ho solo l'imbarazzo della scelta.

Eppure mi fermo ancora un secondo, e lascio che tornino davanti agli occhi le immagini di cui si sono riempiti per una settimana, sento i rumori del mare, guardo i gabbiani che sfrecciano sulla spiaggia, nelle narici ho ancora profumi di rosmarino e lavanda.

Penso sempre che quando sarò ricca, o quando sarò vecchia, sempre che abbia messo da parte un decente gruzzolo ( e la vedo dura), mollerò tutto e me ne andrò a vivere vicino al mare.

Il MARE. Difficile spiegare cosa rende diversa la vita di chi vive vicino al mare. O cosa penso potrebbe renderla diversa, non avendoci mai vissuto a lungo.
Forse è come avere un essere vivente gigantesco e misterioso sempre lì, a portata di occhi e di pensiero. E' inevitabile. Ti fermi lì davanti e rimani interdetto.
 E quando ho ascoltato la canzone dei Madredeus che vado a postare tra poco, e ho avuto voglia di cercarne e capirne il testo, mi sono resa conto che il mare è come la voce di Teresa Salgueiro, un incanto inspiegabile, che sfugge a una comprensione perfetta, che forse risponde all'istinto profondamente umano di cercare il significato anche dove non è necessario, e di non rassegnarsi a soccombere davanti a una forza più potente della nostra.




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